I DISTURBI D’ANSIA: COME COMPRENDERLI E AFFRONTARLI
L’ansia è una condizione emotiva normale oltre che una risposta comune alle diverse situazioni di stress quotidiano. Si tratta di un’esperienza universale, riscontrabile in tutte l’età, che, nella maggior parte dei casi, ha un carattere transitorio. La semplice presenza di uno stato di apprensione o di timore non è certo segno di psicopatologia, anzi, è qualcosa di positivo, che contribuisce alla tua sopravvivenza e sicurezza ed è utile per preservare la specie umana.
Allo scopo di distinguere quando uno stato di apprensione costituisce una condizione disfunzionale e quando invece costituisce una normale risposta di adattamento, può essere utile fare una distinzione tra ansia, paura e fobia.
L’ansia è stata differenziata dalla paura e dalle fobie in base all’obiettività del pericolo, ovvero, se esiste qualcosa la cui pericolosità è obiettivamente dimostrata, la reazione emotiva viene chiamata paura; se invece l’oggetto o la situazione non sono realmente pericolosi, la reazione viene chiamata ansia o fobia.
I disturbi d’ansia sono una categoria di disturbi specifici rappresentati da un’eccessiva reazione apprensiva alle possibili conseguenze di un evento piuttosto che nei confronti dell’evento di per sé, con una forte tendenza all’evitamento.
Le persone che ne soffrono tendono ad avere paura di cose o situazioni delle quali di solito non hanno paura gli altri e che loro stessi non temevano in passato, oppure hanno paura in modo esagerato di cose che normalmente tendono a metterci in allerta, ma non a spaventare tanto da scappare o evitare di entrarci in contatto.
Un altro criterio per differenziare le normali paure dall’ansia patologica si basa sull’impatto che tale stato d’animo ha sul corpo e sul comportamento. Se assistiamo a un disagio emotivo che è eccessivo per quanto riguarda la frequenza con cui si verica, l’intensità con cui si manifesta e la durata, allora possiamo considerare tale reazione patologica.
Quali sono i sintomi più comuni dell’ansia?
- Irrequietezza
- Affaticamento
- Difficoltà di concentrazione
- Irritabilità
- Tensione muscolare (tensione e dolenzia muscolare, soprattutto nella zona della nuca e delle spalle)
- Tic alle palpebre e in altre parti del corpo
- Parestesie (sensazione di torpore o formicolio)
- Insonnia
Tutte queste manifestazioni riflettono l’iperattività del sistema nervoso autonomo che è responsabile dell’attivazione dell’ansia. Anche la frequenza del polso e la respirazione possono essere elevate.
Inoltre, sono presenti frequenti sintomi somatici
- Sudorazione
- Vampate di rossore
- Batticuore
- Nausea
- Diarrea
- Sensazione di freddo
- Bocca secca
- Respiro poco profondo
- Sensazione di soffocamento
- Senso di svenimento
Quali sono le cause dei disturbi d’ansia?
Le cause dei disturbi d’ansia non sono completamente note, tuttavia, a generare l’ansia sembrano intervenire diversi fattori, alcuni dei quali non sono modicabili: fattori biologici, fattori stressanti psicologici e fisici, fattori ambientali, caratteristiche di personalità e l’iperventilazione.
Tra i fattori stressanti si possono includere esperienze familiari negative, problemi lavorativi o economici, incomprensioni coniugali, nascita di gli, lutti e qualsiasi evento legato caratterizzato da un significativo senso di responsabilità.
Le malattie più comunemente associate ai disturbi d’ansia sono: depressione, disturbi bipolari, ADHD, patologie respiratorie, cardiache, gastrointestinali e ipertensione.
Come si possono affrontare?
Guarire e gestire i disturbi d’ansia è possibile, talvolta in tempi anche molto brevi, ma occorre mettersi nelle mani di un professionista che possa aiutare in questo percorso.
Il trattamento più indicato per i disturbi d’ansia, secondo numerosi studi scientifici, è la terapia cognitivo-comportamentale, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali che indicano i percorsi di cura più adeguati per le diverse patologie.
In alcuni casi, almeno nella fase iniziale, la psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere coadiuvata dall’assunzione di una terapia farmacologica con ansiolitici o antidepressivi.
La terapia cognitivo-comportamentale per l’ansia mira a eliminare le preoccupazioni esagerate e i comportamenti protettivi e di evitamento che rappresentano i fattori di mantenimento della stessa sintomatologia ansiosa, con lo scopo di aiutare la persona a riacquistare fiducia in se stessi, un maggior controllo e un senso di sicurezza nelle attività della vita quotidiana. Per raggiungere tale obiettivo, oltre alla valutazione iniziale del disagio presentato, alla conoscenza della storia di vita della persona e alla condivisione di obbiettivi terapeutici tra il paziente e il terapeuta, la terapia cognitivo comportamentale, attraverso tecniche specifiche, permette di identificare e mettere in discussione i pensieri e le credenze disfunzionali che mantengono la risposta ansiosa. Il paziente durante la terapia viene aiutato a gestire i sintomi dell’ansia, attraverso l’esposizione graduale ai pensieri, alle situazioni temute e alle sensazioni fisiche dell’ansia, con la riduzione di comportamenti
di evitamento e di controllo, e a prevenire eventuali ricadute che potrebbero ripresentarsi.
Dott.ssa Sofia Calvo
Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Polimedica , Trebaseleghe