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09/05/2020 COVID-19news

Nella cosiddetta Fase 2 del contrasto alla pandemia da SARS Cov2, sarà fondamentale spegnere gli eventuali focolai epidemici che rischiano di riaccendersi con la riapertura graduale delle attività. Le armi principali a nostra disposizione sono i tamponi e i test sierologici.

I tamponi servono a individuare chi è contagioso, e quindi a far scattare l’isolamento tempestivo per evitare contagi.

I test sierologici vanno invece alla ricerca degli anticorpi nel sangue e sono utili per stimare la percentuale di persone che hanno avuto l’infezione da Coronavirus.

Per fermare la diffusione del virus è importante arginare tempestivamente eventuali focolai, quindi diagnosticare e isolare le persone infette e attivare una sorveglianza attiva. Essa consiste nell’individuare, e cioè testare, le persone che sono entrate in contatto con i positivi, per scovare chi inconsapevolmente può trasmettere a sua volta la malattia.

La differenza tra tamponi e test sierologici

I tamponi servono per identificare il virus e confermare l’infezione in corso, quindi individuare chi è contagioso, mentre i test sierologici vanno invece alla ricerca degli anticorpi nel sangue, quindi evidenziano la risposta immunitaria all’infezione e possono essere utili per stimare la percentuale di persone che hanno avuto un incontro ravvicinato con il coronavirus.

Gli anticorpi sono, infatti, la firma molecolare dell’infezione, ma ancora non è ben chiara qual è la risposta immunologica di chi ha contratto Covid 19 e se siamo in grado di sviluppare difese immunitarie a lungo termine.

Come funzionano test e tamponi

Il virus, quando infetta, induce una risposta anticorpale indicativamente dopo 4 gg dall’infezione, il sistema immunitario attiva le sue difese e produce anticorpi: le immunoglobuline IgM sono le prime che appaiono e sono indice di infezione in corso, successivamente vengono prodotte le IgG che rappresentano la memoria dell’infezione e (probabilmente) ci proteggono da una seconda infezione.

In generale un alto indice di IgG vuol dire essere protetti dalla malattia, ma, nello specifico, le conoscenze sul Sars-cov2 sono così scarse che non possiamo essere assolutamente certi che in questa infezione la presenza delle IgG voglia dire essere protetti e per quanto tempo.

Ricapitolando: le IgM ci svelano chi, anche se asintomatico è infetto e il tampone dovrà confermarlo.

Le IgG c dicono chi ha già passato l’infezione.


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Siamo chiusi in casa da giorni, senza niente da fare o, al contrario, con tanto da fare ma senza la routine che abbiamo di solito. Inoltre, possiamo sentire la mancanza della nostra quotidianità e siamo costretti a convivere in spazi ristretti e a trovarci a cambiare una serie di abitudini.

In questo periodo, la nostra mente tende a vagare e spesso non è agganciata al momento presente, ma è da tutt’altra parte, proiettata al futuro o ancorata al passato.

Tutte queste situazioni possono contribuire maggiormente a inserirci in una modalità di pilota automatico ovvero ci lasciamo guidare dalle abitudini che abbiamo instaurato nel tempo in cui mente e corpo viaggiano su binari differenti e non siamo consapevoli di ciò che facciamo.

Il pilota automatico è una funzione molto utile in quanto ci permette di fare più cose contemporaneamente come ad esempio guidare ed intrattenere allo stesso tempo una conversazione con il nostro compagno di viaggio.

Il vero problema è quando abusiamo di questo strumento, mettendo in atto comportamenti reattivi e automatici anche quando ci troviamo in situazioni in cui abbiamo bisogno di essere concentrati o di essere riflessivi.

L’antidoto a questo atteggiamento si chiama mindfulness che si traduce in italiano con “consapevolezza” o “presenza mentale”.

In poche parole essere mindfulness significa disattivare il pilota automatico e riprendere in mano il timone della nostra attenzione invece di lasciare che siano emozioni, condizionamenti o automatismi a prenderne il controllo.Studi scientifici hanno dimostrato come le pratiche mindfulness rientrano fra le esperienze capaci di modificare radicalmente il nostro organismo, apportando benessere in chi la pratica.

Come disattivare il pilota automatico?

 Si può tenere viva la consapevolezza e vivere pienamente il momento presente prestando attenzione a ciò che stiamo vivendo ascoltando e osservando ciò che ci capita  a livello fisico, emotivo, cognitivo e così via, così da esserne pienamente consapevoli.

Durante la tua giornata, inizia a porti le seguenti domande:

  • Quali sono le mie abitudini automatiche?
  • Posso sostenere la mia attenzione su ciò che sta facendo in questo momento o sono completamente distratto da pensieri e immagini?
  • Quali emozioni sto provando?
  • Quali sono le mie sensazioni in questo momento? In quale punto del corpo sento in modo più forte le mie emozioni?
  • Cosa accadrebbe se io stessi con l’esperienza presente, senza provare a cambiarla?
  • Cosa desidero di fare per liberarmi dalle mie sensazioni sgradevoli?

Per favorire la  capacità di riflessione, esistono delle applicazioni gratuite per smartphone, come Mindbell ,  che riproducendo  il suono della campanella tibetana aiutano a concentrarsi durante la il susseguirsi delle domande. L’obiettivo è quello di evitare di reagire automaticamente e impulsivamente, ma piuttosto notare gli stimoli prima che la reazione di verifichi.

Questa introduzione alla mindfulness e i suoi benefici, offre alcune indicazioni pratiche che possono aiutare in questo momento così delicato e nel caso di un  sostegno più adeguato è sempre utile rivolgersi ad uno specialista,

A cura della dott.ssa Sofia Calvo Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

 

 


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In questi giorni di forte timore per la salute di ognuno di noi, a causa dell’epidemia in corso, sono state fatte molte ipotesi tra assunzione di alcuni farmaci ipertensivi e aumento di esposizione a infezione da Coronavirus.

La cura dell’ipertensione arteriosa si effettua tramite l’assunzione di farmaci specifici che inducono una riduzione  dei valori pressori e di conseguenza, anche il rischio di patologie cardiovascolari.  Accanto alla terapia farmacologica è consigliabile adottare anche opportuni provvedimenti dietetici e di igiene quotidiana che consistono in aumento dell’attività fisica, dieta ipocalorica in caso di obesità o sovrappeso e riduzione del consumo di sale.

In questi giorni, su alcuni organi di stampa, sono apparsi articoli che ipotizzavano una maggiore suscettibilità all’infezione tra Covid 19 nei pazienti che assumevano ace-inibitori e sartani, farmaci tra i più comunemente usati nelle terapie dell’ipertensione. In altre parole si è sospettato un legame tra Coronavirus e ipertensione arteriosa.

Facciamo chiarezza sull’argomento con il dott. Giovanni Molfese specialista in Cardiologia  

  • Dott. Molfese, La terapia con ace-inibitori e sartani peggiora la malattia COVID-19?

Non esistono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego farmaci anti-ipertensivi ace-inibitori o sartani e la malattia da COVID-19. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di non modificare le terapie in atto e di continuare a curarsi soprattutto se si è ipertesi. È importante non assecondare la paura dell’assunzione dei farmaci che queste notizie incontrollate stanno sviluppando. L’AIFA (agenzia italiana del farmaco) ha specificato che nessuna evidenza scientifica può attestare che questi farmaci favoriscano l’evoluzione del virus a livello polmonare.

  • Può darci qualche suggerimento da adottare per contrastare il rischio che la pressione si alzi troppo in questo periodo?

Stress e paura per l’epidemia possono far salire la pressione, specie nelle persone che già faticano a tenerla sotto controllo.

Per contrastare questo tipo di problemi nella quarantena è consigliabile seguire alcune indicazioni molto importanti: fare movimento in casa, seguire un’alimentazione corretta povera di sale e grassi, (e quindi di formaggi e insaccati, che favoriscono l’aumento di peso e pressione). Poi bisogna bere molto e favorire la diuresi, che può aiutare a tenere bassa la pressione. Nei soggetti sani basta poco per salvaguardare il cuore.Chi è iperteso deve seguire e continuare rigorosamente la terapia ed effettuare i controlli regolari appena l’emergenza sarà finita.

  • Anche pazienti sani possono presentare crisi ipertensive in questo periodo?

Certamente. La paura del contagio da Covid 19, in soggetti predisposti all’ansia, può causare vere e proprie crisi ipertensive e quando la pressione si alza possono diventare indispensabili i farmaci. Anche l’attività fisica svolta in casa, in questi casi, può essere un utile modo per scaricare lo stress.

  • Che appello fa dott Molfese ai lettori che ci seguono?

 Ricordo che i farmaci antiipertensivi sono salvavita:riducono in modo significativo il rischio di malattie cardiovascolari, come lo scompenso, l’infarto o l’arresto cardiaco, ma anche il rischio di ictus cerebrale e insufficienza renale. Il mio consiglio è, quindi, il seguente: mai come in questo momento è importante non esporsi all’aumento del rischio di patologie cardiovascolari, seguire la terapia medica prescritta ed effettuare controlli regolari quali visita cardiologica con ecg e ecocardiogramma.

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In tempi di Coronavirus, molte mamme e future mamme si pongono molti dubbi, preoccupazioni e domande su quale sarà la situazione che dovranno affrontare pensando al loro piccolo e alla propria salute  e l’interrogativo più frequente che rivolgono  al proprio ginecologo è: «Se fossi positiva, quale probabilità avrebbe mio figlio di contrarre l’infezione durante la gravidanza o il parto?».

In entrambi casi, il messaggio è rassicurante, ed in questa situazione di emergenza diventa importante, in mezzo a molte fake news, dare risposte fondate ed aiutare le donne in gravidanza a vivere in modo più sereno e consapevole questo momento importante della loro vita.

Ne parliamo assieme al nostro esperto Dott.Omar Anis, Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia ed Ostetricia.

  • Dott. Anis, una paziente gravida e positiva al Coronavirus può trasmettere il virus al proprio bambino?

Allo stato attuale la letteratura internazionale afferma che il virus SARS CoV-2 non si trasmette da madre a feto. Infatti il Coronavirus non attraversa la placenta.

  • Quali sono le precauzioni particolari da assumere in gravidanza?

Occorre ovviamente evitare spostamenti fuori casa, e quando ciò avviene , solo per strettissime esigenze di necessità, lo si deve fare muniti di mascherina e  di guanti. Una volta rimossi questi presidi, prima di entrare in casa o toccare altri componenti della famiglia, in particolar modo i bambini, occorre lavare accuratamente le mani con acqua e sapone od utilizzare una soluzione idroalcolica strofinando le mani bene per almeno 30 secondi.

  • In Gravidanza si è a maggior rischio di contagio?

Assolutamente no, il rischio è uguale a quello di qualsiasi altro adulto e le vie di trasmissione maggiormente dimostrate sono quelle legate al contatto e alla via aerea. Inoltre, in caso di contagio, le gravide, rispetto alla popolazione generale non sembrano sviluppare quadri clinici importanti. In ogni caso , se sono presenti sintomi quali febbre, tosse secca  e difficoltà respiratorie è necessaria  una valutazione approfondita in ambito ospedaliero, previo contatto con il proprio ginecologo.

  • Si può continuare a fare i controlli periodici?

Assolutamente si, per la donna in gravidanza è fondamentale effettuare  sempre e in maniera regolare le visite e i controlli programmati .

  • In caso di positività materna al COVID è consigliato il taglio cesareo?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non raccomanda il cesareo per le donne con sospetta infezione da CoV-2 o affette da COVID-19, salvo presenza di specifiche e reali  indicazioni cliniche materne o fetali. Le indicazioni al taglio cesareo rimangono le stesse per le mamme non COVID .

  • E con i papà in sala travaglio cosa cambierà  ? Possono continuare ad assistere al parto ?

E’ ovvio che, se la madre risulta positiva al tampone Covid19, , la presenza in sala parto deve essere assolutamente circoscritta agli operatori sanitari dedicati   e  a nessun altro, se invece la donna risulta negativa all’infezione e priva di sintomi, i papà sono autorizzati , indossando  ogni dispositivo di protezione  previsto  ,ad essere presenti in sala come è sempre stato e possono assistere alla nascita del figlio e  condividere la gioia di questo momento meraviglioso con la propria compagna.

  • In caso di sintomatologia sospetta di interessamento delle vie aeree (o in caso di positività Coronavirus). Si può allattare?

Assolutamente si! L’allattamento al seno è sempre possibile e va sempre sostenuto! La madre dovrà sempre adottare misure di  controllo dell’ infezione accompagnata dai sanitari , nonchè  tutte le precauzioni igieniche come l’uso della mascherina, accurata igiene delle mani e  pulizia delle superfici.

  • Infine, Dott. Anis,quale messaggio vuole trasmettere alle sue pazienti e a tutte le donne che si trovano a vivere la maternità in questo drammatico momento ?

Le donne in attesa possono stare tranquille, assumere certamente  ogni   precauzione  per non esporsi al contagio, ma se anche questo accadesse, continuare a vivere la gravidanza con fiducia e serenità.

 


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20/03/2020 COVID-19news

Ne abbiamo parlato con il  Dottor Giuseppe Mungo,Direttore Sanitario del Poliambulatorio Polimedica  e Medico di Medicina Generale a Trebaseleghe, che ci ha fornito le spiegazioni riguardo i comportamenti da adottare.

L’isolamento domiciliare è una misura di salute pubblica molto importante che viene effettuata per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione del virus Covid-19.

Le persone che quotidianamente si ritrovano ad affrontare questa situazione devono seguire alcune misure di prevenzione nella gestione della loro quotidianità domestica.

 

Come deve essere la propria stanza?

Deve essere appositamente dedicata, con adeguato ricambio d’aria, possibilmente servita da bagno dedicato. Dovrai dormire da solo/a e limitare al massimo i movimenti in altri spazi della casa dove vi siano altre persone. Se disponibile un solo bagno, dopo l’uso pulire con prodotti a base di cloro (candeggina) oppure con alcol 70%.

Quali accortezze igieniche bisogna avere?

Se hai sintomi respiratori devi usare la mascherina chirurgica quando ti sposti dalla tua stanza. Copri naso e bocca usando fazzoletti quando starnutisci o tossisci. Tossisci nel gomito. Usa fazzoletti di carta e gettali in un doppio sacco impermeabile, posto in una pattumiera chiusa che non preveda contatto con le mani per la sua apertura (es. apertura a pedale). Dopo l’uso del fazzoletto lava immediatamente le mani con acqua e sapone per 40 secondi o frizionali con prodotto idro-alcolico.

Come deve essere gestita la casa?

Almeno una volta al giorno, o più, le superfici dei locali utilizzati dal soggetto in isolamento devono essere pulite con prodotti detergenti e successivamente disinfettate con prodotti a base di cloro (candeggina) oppure con alcol 70%. Chi effettua la pulizia deve indossare un camice monouso (o un grembiule dedicato) e guanti monouso; se vengono usati guanti domestici in gomma spessa riutilizzabili, questi devono essere disinfettati dopo l’uso (lavaggio con acqua e detergente seguito con disinfezione di tutte le parti, con prodotti a base di cloro  oppure con alcol . Per la rimozione della biancheria si deve indossare la mascherina chirurgica e i guanti. La biancheria deve essere collocata in un sacco separato e gestita separatamente da quella del resto della famiglia e può essere lavata in lavatrice a 60° per almeno trenta minuti o a tempi più brevi per temperature superiori usando comune detersivo. I rifiuti prodotti dal soggetto in isolamento o dall’assistenza a lui/lei prestata devono essere smaltiti in un doppio sacchetto di plastica che verrà chiuso e disposto in pattumiera chiusa.

Come ci si deve comportare con le altre persone?

In presenza di altre persone, deve essere mantenuta una distanza di almeno un metro e deve essere assolutamente evitato ogni contatto diretto (compresi strette di mano, baci e abbracci), anche se loro stessi sono sottoposti ad isolamento domiciliare. Un’eccezione può essere fatta per una madre che allatta, che indosserà una mascherina chirurgica ed avrà un’igiene accurata delle mani prima di entrare in stretto contatto con il bambino. Non condividere asciugamani, salviette o lenzuola, piatti, bicchieri, posate, etc). Gli oggetti da cucina andranno lavati con attenzione con normale sapone.

Cosa devono fare le persone che assistono?

Devono evitare il contatto diretto ed indossare mascherina chirurgica, che non deve essere toccata durante l’utilizzo e cambiata se umida o danneggiata. Le mascherine non possono essere riutilizzate ma debbono essere eliminate in un doppio sacco impermeabile posto in pattumiera chiusa con apertura a pedale. Se l’assistenza prevede contatto con secrezioni respiratorie, feci o urine è necessario l’utilizzo dei guanti monouso che devono essere poi eliminati con cura in un doppio sacco impermeabile in pattumiera chiusa con apertura a pedale, seguito dal lavaggio delle mani.

Si può uscire di casa?

Vi è il divieto di spostamenti o viaggio e l’obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.

Quando si può ricevere visite?

Se sei asintomatico, potrai ricevere visite solo dopo i 14 giorni di isolamento. Se invece hai sintomi devi attendere la guarigione clinica, anche se sono passati 14 giorni dal contatto.

Si possono avere contatti con animali domestici?

Sebbene al momento non esistano prove che dimostrino che animali come cani o gatti possano essere una fonte di infezione per l’uomo, a scopo puramente precauzionale, si suggerisce alle persone contagiate da SARS-CoV-2 di limitare il contatto con gli animali, analogamente a quanto si fa con le altre persone del nucleo familiare, evitando, ad esempio baci o condivisione del cibo

 AUTOMONITORAGGIO DELLE CONDIZIONI DI SALUTE 

Rileva ed annota quotidianamente la tua temperatura corporea due volte al giorno e al bisogno, annotando anche la sede corporea di rilevazione.

Segnala al tuo MMG/pediatra di libera scelta e all’operatore di sanità pubblica l’insorgenza di nuovi sintomi o di cambiamenti significativi dei sintomi preesistenti. In caso di aggravamento dei sintomi deve indossare la mascherina chirurgica e allontanarti dai conviventi rimanendo nella tua stanza con la porta chiusa, in attesa del trasferimento in ospedale qualora sia necessario.

In caso di insorgenza di difficoltà respiratorie rivolgiti al 112/118, informando, se possibile, il tuo MMG. Il monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute di questi soggetti in isolamento a domicilio è in carico all’operatore di sanità pubblica, in collaborazione con MMG/ pediatra di libera scelta

I servizi di sanità pubblica territorialmente competenti devono comunque garantire un numero di telefono a disposizione del monitoraggio dei soggetti in isolamento domiciliare per ridurre i tempi di risposta e facilitare l’attivazione dei MMG NDR: Concorda con il tuo medico di famiglia la modalità di consulto (WhatsApp, Telefonata, Videochiamata)

Indicazioni tratte dalla “cassetta degli attrezzi” per il Medico di Medicina Generale predisposte da Fimmg per la gestione dell’emergenza da Covid-19.


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L’alimentazione da sempre si sa, è la medicina più antica per curarci, perché è in grado di rafforzare il nostro sistema immunitario prevenendo le infezioni virali e batteriche

Cosa possiamo fare in questo periodo mediante l’alimentazione quotidiana e alcuni accorgimenti a tavola? 

1-Viva la prova del cuoco: Il sistema immunitario non funziona bene quando abbiamo situazioni di malnutrizione, quindi come prima regola impariamo a cucinare e a prepararci quello che consumiamo. Sembra una cosa banale ma così facendo riduciamo il consumo di zuccheri,onnipresenti negli alimenti trasformati industrialmente. Lo zucchero o meglio l’eccesso di zucchero raffinato che introduciamo con il consumo di biscotti, pasta, dolci, merendine, etc.., crea stress ossidativo e infiammatorio all’organismo e che costringe il sistema immunitario ad occuparsene, in questo modo si abbassa la guardia nella difesa immunitaria in altri campi,ad esempio quello virale.

2- Evviva il mare: Consumiamo alimenti ricchi di omega-3,aiutano a ridurre l’infiammazione, il dolore e lo stress. Si quindi al pesce, all’olio d’oliva, alle mandorle, ai semi di lino e alla fantasia.

3- Micronutrienti questi sconosciuti: molti di questi composti sono essenziali al funzionamento di moti enzimi e influenzano direttamente il sistema immunitario come ad esempio: il Potassio, abbonda nella frutta e verdura ad esempio la pera,la banana, datteri,cavolo, porro, mandorle, il Selenio e lo zinco, ottimi antiossidanti si trovano nelle noci, mandorle, semi oleosi, cavolo, spinaci, pesche arance., lo Zolfo, si trova nell’aglio, cipolla, ravanello, dattero, mandorla e il Rame, si trova nelle mandorle, noci, nocciole, rape rosse,cipolla, porri.

4- Abbasso lo stress ossidativo: Consumiamo spremute d’arancio, ma quelle fresche! Sono ricche di vitamina C, importantissima perché ha una potente azione antiossidante, combatte i radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e riduce quindi lo stato infiammatorio durante l’infezione. La vitamina C è direttamente coinvolta nel potenziamento del sistema immunitario e stimola la produzione di anticorpi e citochine, indispensabili nel contrastare i virus.

Insomma, come sempre alimentazione sana e attività fisica fanno bene alla salute e rappresentano un vero elemento di prevenzione anche in questo momento.

 

Per informazioni più dettagliate sul regime alimentare più adatto alle vostre esigenze, consigliamo di prenotare un appuntamento con il nostro nutrizionista.

Per chi si fosse perso gli ultimi consigli del dott. Bertoldo per un’alimentazione più sana e corretta, vi rimandiamo agli articoli:

Sale nell’alimentazione: ridurne la quantità per sentirsi meglio

Alimentazione e fertilità: futuri mamme e papà mangiate bene!

 

 

 


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14/03/2020 COVID-19news

Il Decreto dell’11 marzo 2020, in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, ha imposto a tutta l’Italia nuove restrizioni con le quali si è stabilita la limitazione lavorativa di molte attività.

Nonostante la chiusura di alcune imprese commerciali e la limitazione di alcuni servizi, restano comunque attivi i servizi pubblici di trasporto, aperte le farmacie, parafarmacie, poste, servizi bancari e i negozi di generi alimentari e di prima necessità come supermercati, ipermercati e discount.

In questi luoghi e ovunque l’attività lavorativa continui, il datore di lavoro dovrebbe impartire ai dipendenti indicazioni di comportamento generali, utili a minimizzare la possibilità di contagio. Stiamo parlando delle norme igieniche che in questi giorni vengono continuamente ripetute dai media, ma che in ogni caso il datore di lavoro dovrebbe puntualizzare a beneficio dei lavoratori e in funzione della realtà aziendale.

Come sospettare se i sintomi, anche lievi, come febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie possano essere la manifestazione di Covid-19, piuttosto che di una patologia diversa?

Innanzitutto si devono analizzare alcuni indizi fondamentali: nei 14 giorni precedenti ai sintomi hai avuto un contatto con un caso probabile o confermato di Covid-19, o sei stato in zone a rischio (Italia o Estero) individuate dalle Autorità Sanitarie, oppure hai avuto contatti con persone rientrate da luoghi situati in aree a rischio?

Verificata una di queste condizioni, in linea generale, per non mettere ulteriormente a rischio i propri colleghi e diffondere una potenziale infezione da Nuovo Coronavirus, anche se non è così scontato ed immediato sapersi comportare nelle fasi che precedono l’intervento dei sevizi sanitari, occorre adottare semplici norme igieniche e comportamentali .

Cosa fare sul posto di lavoro?

  • Avvisa il Datore di Lavoro che a sua volta provvederà ad allertare i Servizi di emergenza sanitaria e il Medico Competenti
  • Non vagare per la sede di lavoro
  • Indossa immediatamente guanti e mascherina
  • Non devi avere contatti diretti con nessuno, mantieni una distanza di almeno 2 metri dai tuoi colleghi
  • Non toccare direttamente superfici, maniglie, rubinetti, non usare i servizi igienici frequentati dagli altri
  • Raccogli i tuoi oggetti, indumenti ed eventuale materiale contaminato (fazzoletti, salviette, bicchieri ecc.). Devi gettare il materiale contaminato in un sacchetto impermeabile che terrai con te e che possibilmente verrà smaltito dai sanitari che interverranno.
  • Non preoccuparti di provvedere alla disinfezione della postazione prima di lasciarla, provvederà qualcun altro in un momento successivo
  • Recati quanto prima in un luogo isolato (se possibile, in infermeria o nel locale eventualmente predisposto dall’Azienda) e rimani da solo in attesa dell’intervento dei sanitari nel frattempo allertati dal Datore di lavoro.

Queste sono indicazioni generali che potrebbero essere valide per tutti, ma suggerisco sempre al Datore di lavoro di approntare una procedura concepita sulla base delle caratteristiche  della propria Azienda, magari, adattando o prendendo spunto da quanto detto sopra.

A cura della dott.ssa Dott.ssa Isabella Murgolo Flora Medico Chirurgo Specialista in Medicina del Lavoro 

 


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Stiamo vivendo una settimana difficile, in Lombardia e nel Veneto sono stati individuati casi di contagio da Coronavirus e di conseguenza sono state adottate misure di sicurezza e di prevenzione.
In queste situazioni, le persone reagiscono in modi diversi: incredulità, panico, indifferenza, paura, esagerazione….
Siamo spaventati e quindi è molto importante affrontare con molta attenzione e prudenza la situazione, senza sottovalutare ma nemmeno catastrofizzare e cedere al panico.

L’ansia in queste situazioni dilaga e prende in sopravvento; per tale motivo è importante appoggiarci e informarci delle fonti ufficiali e dagli enti predisposti.

Coronavirus in Veneto: ecco cosa fare

Ecco alcune informazioni utili che l’Ordine Psicologhe e Psicologi del Veneto vuole condividere.

  • Prima regola: “il panico aumenta il pericolo, non lo diminuisce”
    Farsi prendere dal panico ci porta a prendere delle scelte frettolose, irrazionali e “di pancia”.
    Ci conduce a preoccuparci delle cose sbagliate e ignorare azioni protettive semplici.
    Scegliamo bene come affrontare questo momento
  • Seconda regola: è normale avere paura , ma adesso è più utile essere informati e prepararti. La paura riduce se ci informiamo e conosciamo cosa succede e cosa fare. Quindi basarsi solo su fonti informative ufficiali , aggiornate e accreditate: Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità, Regione Veneto.
  • Terza regola: Una volta acquisite le informazioni necessarie per proteggersi, è sufficiente verificare gli aggiornamenti un paio di volte al giorno su fonti affidabili. Evita ricerche spasmodiche nel tentativo di cercare rassicurazioni, produce l’effetto contrario e alimenta l’ansia.
    Persino studi scientifici dimostrano che uno stato di stress prolungato abbassa le difese immunitarie!
    Quindi riduci la ricerca ossessiva di notizie
  • Quarta regola: se ti senti in ansia, ricorda che non sei inerte davanti al rischio: conoscere le semplici azioni da intraprendere e collaborare ci aiuta a sviluppare un senso di sicurezza e a sconfiggere la paura.

A cura della dott.ssa Sofia Calvo
Psicologa e Psicoterapeuta




Polimedica s.r.l.


Via Enrico Fermi 7

35010 Trebaseleghe (PD)

P. IVA 00121080287

Direttore Sanitario Dott.: G.Mungo




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