Siamo chiusi in casa da giorni, senza niente da fare o, al contrario, con tanto da fare ma senza la routine che abbiamo di solito. Inoltre, possiamo sentire la mancanza della nostra quotidianità e siamo costretti a convivere in spazi ristretti e a trovarci a cambiare una serie di abitudini.
In questo periodo, la nostra mente tende a vagare e spesso non è agganciata al momento presente, ma è da tutt’altra parte, proiettata al futuro o ancorata al passato.
Tutte queste situazioni possono contribuire maggiormente a inserirci in una modalità di pilota automatico ovvero ci lasciamo guidare dalle abitudini che abbiamo instaurato nel tempo in cui mente e corpo viaggiano su binari differenti e non siamo consapevoli di ciò che facciamo.
Il pilota automatico è una funzione molto utile in quanto ci permette di fare più cose contemporaneamente come ad esempio guidare ed intrattenere allo stesso tempo una conversazione con il nostro compagno di viaggio.
Il vero problema è quando abusiamo di questo strumento, mettendo in atto comportamenti reattivi e automatici anche quando ci troviamo in situazioni in cui abbiamo bisogno di essere concentrati o di essere riflessivi.
L’antidoto a questo atteggiamento si chiama mindfulness che si traduce in italiano con “consapevolezza” o “presenza mentale”.
In poche parole essere mindfulness significa disattivare il pilota automatico e riprendere in mano il timone della nostra attenzione invece di lasciare che siano emozioni, condizionamenti o automatismi a prenderne il controllo.Studi scientifici hanno dimostrato come le pratiche mindfulness rientrano fra le esperienze capaci di modificare radicalmente il nostro organismo, apportando benessere in chi la pratica.
Come disattivare il pilota automatico?
Si può tenere viva la consapevolezza e vivere pienamente il momento presente prestando attenzione a ciò che stiamo vivendo ascoltando e osservando ciò che ci capita a livello fisico, emotivo, cognitivo e così via, così da esserne pienamente consapevoli.
Durante la tua giornata, inizia a porti le seguenti domande:
- Quali sono le mie abitudini automatiche?
- Posso sostenere la mia attenzione su ciò che sta facendo in questo momento o sono completamente distratto da pensieri e immagini?
- Quali emozioni sto provando?
- Quali sono le mie sensazioni in questo momento? In quale punto del corpo sento in modo più forte le mie emozioni?
- Cosa accadrebbe se io stessi con l’esperienza presente, senza provare a cambiarla?
- Cosa desidero di fare per liberarmi dalle mie sensazioni sgradevoli?
Per favorire la capacità di riflessione, esistono delle applicazioni gratuite per smartphone, come Mindbell , che riproducendo il suono della campanella tibetana aiutano a concentrarsi durante la il susseguirsi delle domande. L’obiettivo è quello di evitare di reagire automaticamente e impulsivamente, ma piuttosto notare gli stimoli prima che la reazione di verifichi.
Questa introduzione alla mindfulness e i suoi benefici, offre alcune indicazioni pratiche che possono aiutare in questo momento così delicato e nel caso di un sostegno più adeguato è sempre utile rivolgersi ad uno specialista,
A cura della dott.ssa Sofia Calvo Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale