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Le ultime novità sul nostro ambulatorio e più in generale in ambito medico-scientifico.

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30/07/2020 ginecologianews

La sindrome dell’ovaio policistico è un disordine eterogeneo caratterizzato da un insieme di segni e sintomi come l’ingrossamento delle ovaie, la presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche che vanno dall’eccesso di androgeni (cioè degli ormoni maschili) alla disfunzione ovulatoria al sovrappeso/obesità associato ad insulinoresistenza.

L’aspetto morfologico tipicamente policistico delle ovaie è presente solo nelle forme più severe e denota uno stato di non ovulazione cronica che può portare anche a lunghi periodi di amenorrea (cioè di assenza di flusso mestruale).

Ne parliamo assieme al nostro esperto Dott. Marco Ghezzi Medico Chirurgo Specialista in Endocrinologia e Malattie di Ricambio

Perchè l’Endocrinologo?
L’Endocrinologo è il Medico Specialista che si occupa delle patologie delle ghiandole endocrine, cioè di quelle ghiandole (tra cui rientrano anche le ovaie) che secernono i loro prodotti (ormoni) nel circolo sanguigno i quali sono in grado di controllare importantissime funzioni del nostro organismo. La  sindrome dell’ovaio policistico è spesso caratterizzata da uno squilibrio ormonale rendendola, pertanto, una condizione patologica di  competenza endocrinologica.

Dott. Ghezzi , la sindrome da ovaio policistico è’ un’alterazione frequente? E quali possono essere le cause?

Assolutamente sì, la sindrome da ovaio policistico è la più comune alterazione endocrina e metabolica in età riproduttiva che arriva ad interessare circa il 20% delle donne. Le cause rimangono ancora largamente sconosciute anche se evidenze sempre maggiori suggeriscono che la sindrome dell’ovaio policistico possa essere un complesso disordine multigenico con forti influenze ambientali.

Dott. Ghezzi, ci si accorge solo attraverso esami specifici o ci possono essere campanelli d’allarme?

Le alterazioni del ciclo mestruale (che in genere tendono ad allungarsi fino talvolta a scomparire del tutto), talora la comparsa di peluria eccessiva o in sedi non fisiologiche (volto, linea alba e dorso), l’aumento anche significativo del peso nonostante un corretto stile di vita possono essere campanelli d’allarme. Naturalmente è importante eseguire esami diagnostici atti a valutare la presenza o meno di ovulazione, lo stato ormonale e la concomitanza di alterazioni del metabolismo glucidico, in particolare insulinoresistenza.

 

Dott.Ghezzi , generalmente, quali sono le terapie possibili per l’ovaio policistico?

Laddove vi siano severe alterazioni del ciclo mestruale, iperandrogenismo e/o ovaie policistiche all’ecografia può essere preferibile la pillola estro-progestinica mentre in caso di ricerca della gravidanza è indicata l’induzione farmacologica dell’ovulazione. Esistono infine farmaci che possono migliorare/risolvere la resistenza insulinica e con essa il metabolismo.

Dott. Ghezzi lo stile di vita può aiutare?

Certamente. Alcuni accorgimenti alimentari (soprattutto incrementare l’uso di frutta e verdura e ridurre i carboidrati) e stili di vita (prevedere un’attività fisica aerobica moderata ma costante) possono contribuire a migliorare le manifestazioni di questa complessa sindrome.

Ci sono altri esami diagnostici consigliati?

Sicuramente l’ecografia pelvica, eseguita preferibilmente da un Ginecologo , è importante nell’identificare la presenza di follicoli multipli o di vere e proprie cisti e consente di misurare le dimensioni e quindi il volume delle ovaie. L’ecografia riveste un ruolo importante anche nel monitorare l’ovulazione nel caso la donna ricerchi la gravidanza e/o sia sottoposta a cicli di stimolazione ovarica controllata.

Prima di decidere la terapia più opportuna, è bene che, nella donna in cui  si sospetti una sindrome da ovaio policistico, venga eseguito un prelievo venoso per valutare l’assetto androgenico ed estrogenico e degli ormoni ipofisari che controllano direttamente la funzione ovarica. E’ bene effettuare questi esami fra il 2° ed il 4° giorno del ciclo mestruale, periodo in cui i valori non subiscono potenziali alterazioni legate alla normale fisiologia ormonale della donna.  Infine nel caso si sospetti un’alterazione del metabolismo glicemico  occorre indagare se vi è  iperinsulinismo o insulino-resistenza.  L’esame del sangue che più precisamente è in grado di caratterizzare questo aspetto è la curva glicemica ed insulinemica dopo carico orale di glucosio.

 


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21/07/2020 ginecologianews

L’Ecografia è una tecnica diagnostica innocua e non invasiva, che sfrutta le onde sonore e che consente di visualizzare organi e tessuti interni fornendo informazioni sulle loro condizioni di salute mediante l’utilizzo di di sonde ad alta frequenza.

Polimedica, da sempre attenta ad ampliare la propria offerta di servizi, ha fornito il proprio poliambulatorio di una sofisticata apparecchiatura: un NUOVO ECOGRAFO tridimensionale 3D e 4D  di ultima generazione dotato di due sonde, ostetrica e ginecologica endocavitaria.

L’ecografia 3D e 4D offre una ricostruzione multiplanare e render, statica e in movimento che aumenta la confidenza diagnostica con immagini tridimensionali statiche  e in movimento in tempo reale
Questo tipo di ecografia riduce i tempi necessari per lo studio delle immagini, data l’estrema qualità, sia in campo ostetrico che ginecologico.

Perché scegliere l’ecografia tridimensionale in gravidanza?

Scegliere l’ecografia tridimensionale anziché la tradizionale in gravidanza, consente una visione più completa ed approfondita del feto sin dalle prime settimane di gestazione, permettendo quindi la diagnosi precoce di eventuali anomalie.

Permette inoltre l’esecuzione di screening prenatali come il Bi-Test ed il Prenatal Safe.

Il Bi-test tramite un prelievo di sangue ed un’ecografia consente di valutare eventuali anomalie cromosomiche e malformazioni fetali.

Il Prenatal Safe attraverso l’analisi del DNA fetale, isolato da un campione di sangue materno, valuta la presenza delle principali anomalie cromosomiche e, grazie ai vari livelli di approfondimento dell’esame, è possibile ottenere un quadro informativo più completo.

 

Perché scegliere l’ecografia tridimensionale in ginecologia?

Grazie alla elevata sensibilità della sonda ginecologica endovaginale 3D è possibile diagnosticare patologie  dell’apparato riproduttivo femminile, come ad esempio fibromi, endometriosi, cisti ovariche, neoformazioni endometriali, nonché difetti congeniti al fine di riconoscere le cause di aborti ricorrenti.

Tale prestazione risulta quindi fondamentale nel percorso di prevenzione della salute della donna.

L’ecografia 3D ginecologica ricopre, inoltre, un ruolo fondamentale nello studio dell’infertilità di coppia, valutando la pervietà tubarica attraverso la Isterosonosalpingografia.

 

La pervietà tubarica è fondamentale per permettere il passaggio dello spermatozoo e la discesa dell’ovocita fecondato in utero.

Questo particolare esame diagnostico è in grado di valutare, in una donna che cerca una gravidanza, se vi sono difetti strutturali dell’apparato femminile, come una chiusura parziale o totale delle tube oppure la presenza di malformazioni ed anomalie come fibromi e polipi endometriali. Attraverso una semplice ecografia e l’introduzione di soluzione fisiologica ed aria nella cavità uterina, mediante un piccolo catetere, si evita di effettuare altri esami più invasivi e dolorosi.

L’ Isterosonosalpingografia si esegue in ambulatorio senza anestesia, è un esame rapido e normalmente poco fastidioso.

 

Per qualsiasi ulteriore informazione o se desideri prenotare la tua ecografia scrivici a: info@polimedicaonline.it


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09/05/2020 COVID-19news

Nella cosiddetta Fase 2 del contrasto alla pandemia da SARS Cov2, sarà fondamentale spegnere gli eventuali focolai epidemici che rischiano di riaccendersi con la riapertura graduale delle attività. Le armi principali a nostra disposizione sono i tamponi e i test sierologici.

I tamponi servono a individuare chi è contagioso, e quindi a far scattare l’isolamento tempestivo per evitare contagi.

I test sierologici vanno invece alla ricerca degli anticorpi nel sangue e sono utili per stimare la percentuale di persone che hanno avuto l’infezione da Coronavirus.

Per fermare la diffusione del virus è importante arginare tempestivamente eventuali focolai, quindi diagnosticare e isolare le persone infette e attivare una sorveglianza attiva. Essa consiste nell’individuare, e cioè testare, le persone che sono entrate in contatto con i positivi, per scovare chi inconsapevolmente può trasmettere a sua volta la malattia.

La differenza tra tamponi e test sierologici

I tamponi servono per identificare il virus e confermare l’infezione in corso, quindi individuare chi è contagioso, mentre i test sierologici vanno invece alla ricerca degli anticorpi nel sangue, quindi evidenziano la risposta immunitaria all’infezione e possono essere utili per stimare la percentuale di persone che hanno avuto un incontro ravvicinato con il coronavirus.

Gli anticorpi sono, infatti, la firma molecolare dell’infezione, ma ancora non è ben chiara qual è la risposta immunologica di chi ha contratto Covid 19 e se siamo in grado di sviluppare difese immunitarie a lungo termine.

Come funzionano test e tamponi

Il virus, quando infetta, induce una risposta anticorpale indicativamente dopo 4 gg dall’infezione, il sistema immunitario attiva le sue difese e produce anticorpi: le immunoglobuline IgM sono le prime che appaiono e sono indice di infezione in corso, successivamente vengono prodotte le IgG che rappresentano la memoria dell’infezione e (probabilmente) ci proteggono da una seconda infezione.

In generale un alto indice di IgG vuol dire essere protetti dalla malattia, ma, nello specifico, le conoscenze sul Sars-cov2 sono così scarse che non possiamo essere assolutamente certi che in questa infezione la presenza delle IgG voglia dire essere protetti e per quanto tempo.

Ricapitolando: le IgM ci svelano chi, anche se asintomatico è infetto e il tampone dovrà confermarlo.

Le IgG c dicono chi ha già passato l’infezione.


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Siamo chiusi in casa da giorni, senza niente da fare o, al contrario, con tanto da fare ma senza la routine che abbiamo di solito. Inoltre, possiamo sentire la mancanza della nostra quotidianità e siamo costretti a convivere in spazi ristretti e a trovarci a cambiare una serie di abitudini.

In questo periodo, la nostra mente tende a vagare e spesso non è agganciata al momento presente, ma è da tutt’altra parte, proiettata al futuro o ancorata al passato.

Tutte queste situazioni possono contribuire maggiormente a inserirci in una modalità di pilota automatico ovvero ci lasciamo guidare dalle abitudini che abbiamo instaurato nel tempo in cui mente e corpo viaggiano su binari differenti e non siamo consapevoli di ciò che facciamo.

Il pilota automatico è una funzione molto utile in quanto ci permette di fare più cose contemporaneamente come ad esempio guidare ed intrattenere allo stesso tempo una conversazione con il nostro compagno di viaggio.

Il vero problema è quando abusiamo di questo strumento, mettendo in atto comportamenti reattivi e automatici anche quando ci troviamo in situazioni in cui abbiamo bisogno di essere concentrati o di essere riflessivi.

L’antidoto a questo atteggiamento si chiama mindfulness che si traduce in italiano con “consapevolezza” o “presenza mentale”.

In poche parole essere mindfulness significa disattivare il pilota automatico e riprendere in mano il timone della nostra attenzione invece di lasciare che siano emozioni, condizionamenti o automatismi a prenderne il controllo.Studi scientifici hanno dimostrato come le pratiche mindfulness rientrano fra le esperienze capaci di modificare radicalmente il nostro organismo, apportando benessere in chi la pratica.

Come disattivare il pilota automatico?

 Si può tenere viva la consapevolezza e vivere pienamente il momento presente prestando attenzione a ciò che stiamo vivendo ascoltando e osservando ciò che ci capita  a livello fisico, emotivo, cognitivo e così via, così da esserne pienamente consapevoli.

Durante la tua giornata, inizia a porti le seguenti domande:

  • Quali sono le mie abitudini automatiche?
  • Posso sostenere la mia attenzione su ciò che sta facendo in questo momento o sono completamente distratto da pensieri e immagini?
  • Quali emozioni sto provando?
  • Quali sono le mie sensazioni in questo momento? In quale punto del corpo sento in modo più forte le mie emozioni?
  • Cosa accadrebbe se io stessi con l’esperienza presente, senza provare a cambiarla?
  • Cosa desidero di fare per liberarmi dalle mie sensazioni sgradevoli?

Per favorire la  capacità di riflessione, esistono delle applicazioni gratuite per smartphone, come Mindbell ,  che riproducendo  il suono della campanella tibetana aiutano a concentrarsi durante la il susseguirsi delle domande. L’obiettivo è quello di evitare di reagire automaticamente e impulsivamente, ma piuttosto notare gli stimoli prima che la reazione di verifichi.

Questa introduzione alla mindfulness e i suoi benefici, offre alcune indicazioni pratiche che possono aiutare in questo momento così delicato e nel caso di un  sostegno più adeguato è sempre utile rivolgersi ad uno specialista,

A cura della dott.ssa Sofia Calvo Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

 

 


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09/04/2020 news

Vi comunichiamo, in accordo con le attuali disposizioni delle autorità preposte, che lo studio continua a garantire i servizi di tipo medico specialistico, fisioterapia e laboratorio analisi.

Abbiamo adottato tutte le precauzioni necessarie per la sicurezza dei nostri pazienti e di tutto lo staff così come da direttive sanitarie del Governo.

Gli appuntamenti saranno effettuati individualmente, con utilizzo di protezioni sia per i pazienti che per lo staff, in ambienti sanificati prima e dopo ogni singola prestazione.

Eventuali accompagnatori possono attendere all’esterno dell’ambulatorio.

Tutti gli ambienti, il mobilio della segreteria, il pos, gli strumenti della fisioterapia, sedie e maniglie delle porte sono stati sanificati mediante agenti chimici specializzati e l’operazione viene ripetuta ogni due ore in sala d’attesa e dopo ogni appuntamento all’interno degli ambulatori medici.

      

Presso l’ingresso è presente un desk dotato di dispenser per disinfettare le mani ed indossare i dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherine monouso).

Inoltre, per ridurre al minimo i contatti, il centro raccomanda ai pazienti di seguire scrupolosamente queste semplici disposizioni:

  • di accedere all’ambulatorio muniti di mascherina propria
  • di recarsi possibilmente da soli (l’accompagnatore può attendere fuori)
  • di non arrivare in sala d’attesa troppo in anticipo per evitare di affollare gli ambulatori
  • di mantenere adeguate distanze dalle altre persone

 

Per informazioni e fissare gli appuntamenti potete telefonare allo 0499387040 ,via whatsapp al 3913835907,  via emai info@polimedicaonline.it o tramite il nostro sito info@polimedicaonline.it

Insieme ce la faremo e vi auguriamo una Serena Festività Pasquale.

“Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.”

Antoine de Saint-Exupéry

 


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09/04/2020 news

Gentili pazienti

vi aspettiamo da mercoledi 15 aprile 2020 per la riapertura del Punto Prelievi ed analisi,previa prenotazione così da regolare l’afflusso di persone all’interno delle sale d’attesa.

Già a partire da oggi  sarà possibile effettuare le prenotazioni al numero 0499387040, via mail all’indirizzo info@polimedicaonline.it e durante il week end per info e prenotazioni tramite sito web www.polimedicaonline.it e numero whatsapp 3913835907.

Inoltre, per ridurre al minimo i contatti, il centro raccomanda ai pazienti di seguire scrupolosamente queste semplici disposizioni:

  • di accedere all’ambulatorio muniti di mascherina propria
  • di recarsi possibilmente da soli (l’accompagnatore può attendere fuori)
  • di mantenere adeguate distanze dalle altre persone

Lo staff Polimedica

“Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.”

Antoine de Saint-Exupéry

 

 

 

 


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In questi giorni di forte timore per la salute di ognuno di noi, a causa dell’epidemia in corso, sono state fatte molte ipotesi tra assunzione di alcuni farmaci ipertensivi e aumento di esposizione a infezione da Coronavirus.

La cura dell’ipertensione arteriosa si effettua tramite l’assunzione di farmaci specifici che inducono una riduzione  dei valori pressori e di conseguenza, anche il rischio di patologie cardiovascolari.  Accanto alla terapia farmacologica è consigliabile adottare anche opportuni provvedimenti dietetici e di igiene quotidiana che consistono in aumento dell’attività fisica, dieta ipocalorica in caso di obesità o sovrappeso e riduzione del consumo di sale.

In questi giorni, su alcuni organi di stampa, sono apparsi articoli che ipotizzavano una maggiore suscettibilità all’infezione tra Covid 19 nei pazienti che assumevano ace-inibitori e sartani, farmaci tra i più comunemente usati nelle terapie dell’ipertensione. In altre parole si è sospettato un legame tra Coronavirus e ipertensione arteriosa.

Facciamo chiarezza sull’argomento con il dott. Giovanni Molfese specialista in Cardiologia  

  • Dott. Molfese, La terapia con ace-inibitori e sartani peggiora la malattia COVID-19?

Non esistono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego farmaci anti-ipertensivi ace-inibitori o sartani e la malattia da COVID-19. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di non modificare le terapie in atto e di continuare a curarsi soprattutto se si è ipertesi. È importante non assecondare la paura dell’assunzione dei farmaci che queste notizie incontrollate stanno sviluppando. L’AIFA (agenzia italiana del farmaco) ha specificato che nessuna evidenza scientifica può attestare che questi farmaci favoriscano l’evoluzione del virus a livello polmonare.

  • Può darci qualche suggerimento da adottare per contrastare il rischio che la pressione si alzi troppo in questo periodo?

Stress e paura per l’epidemia possono far salire la pressione, specie nelle persone che già faticano a tenerla sotto controllo.

Per contrastare questo tipo di problemi nella quarantena è consigliabile seguire alcune indicazioni molto importanti: fare movimento in casa, seguire un’alimentazione corretta povera di sale e grassi, (e quindi di formaggi e insaccati, che favoriscono l’aumento di peso e pressione). Poi bisogna bere molto e favorire la diuresi, che può aiutare a tenere bassa la pressione. Nei soggetti sani basta poco per salvaguardare il cuore.Chi è iperteso deve seguire e continuare rigorosamente la terapia ed effettuare i controlli regolari appena l’emergenza sarà finita.

  • Anche pazienti sani possono presentare crisi ipertensive in questo periodo?

Certamente. La paura del contagio da Covid 19, in soggetti predisposti all’ansia, può causare vere e proprie crisi ipertensive e quando la pressione si alza possono diventare indispensabili i farmaci. Anche l’attività fisica svolta in casa, in questi casi, può essere un utile modo per scaricare lo stress.

  • Che appello fa dott Molfese ai lettori che ci seguono?

 Ricordo che i farmaci antiipertensivi sono salvavita:riducono in modo significativo il rischio di malattie cardiovascolari, come lo scompenso, l’infarto o l’arresto cardiaco, ma anche il rischio di ictus cerebrale e insufficienza renale. Il mio consiglio è, quindi, il seguente: mai come in questo momento è importante non esporsi all’aumento del rischio di patologie cardiovascolari, seguire la terapia medica prescritta ed effettuare controlli regolari quali visita cardiologica con ecg e ecocardiogramma.

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In tempi di Coronavirus, molte mamme e future mamme si pongono molti dubbi, preoccupazioni e domande su quale sarà la situazione che dovranno affrontare pensando al loro piccolo e alla propria salute  e l’interrogativo più frequente che rivolgono  al proprio ginecologo è: «Se fossi positiva, quale probabilità avrebbe mio figlio di contrarre l’infezione durante la gravidanza o il parto?».

In entrambi casi, il messaggio è rassicurante, ed in questa situazione di emergenza diventa importante, in mezzo a molte fake news, dare risposte fondate ed aiutare le donne in gravidanza a vivere in modo più sereno e consapevole questo momento importante della loro vita.

Ne parliamo assieme al nostro esperto Dott.Omar Anis, Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia ed Ostetricia.

  • Dott. Anis, una paziente gravida e positiva al Coronavirus può trasmettere il virus al proprio bambino?

Allo stato attuale la letteratura internazionale afferma che il virus SARS CoV-2 non si trasmette da madre a feto. Infatti il Coronavirus non attraversa la placenta.

  • Quali sono le precauzioni particolari da assumere in gravidanza?

Occorre ovviamente evitare spostamenti fuori casa, e quando ciò avviene , solo per strettissime esigenze di necessità, lo si deve fare muniti di mascherina e  di guanti. Una volta rimossi questi presidi, prima di entrare in casa o toccare altri componenti della famiglia, in particolar modo i bambini, occorre lavare accuratamente le mani con acqua e sapone od utilizzare una soluzione idroalcolica strofinando le mani bene per almeno 30 secondi.

  • In Gravidanza si è a maggior rischio di contagio?

Assolutamente no, il rischio è uguale a quello di qualsiasi altro adulto e le vie di trasmissione maggiormente dimostrate sono quelle legate al contatto e alla via aerea. Inoltre, in caso di contagio, le gravide, rispetto alla popolazione generale non sembrano sviluppare quadri clinici importanti. In ogni caso , se sono presenti sintomi quali febbre, tosse secca  e difficoltà respiratorie è necessaria  una valutazione approfondita in ambito ospedaliero, previo contatto con il proprio ginecologo.

  • Si può continuare a fare i controlli periodici?

Assolutamente si, per la donna in gravidanza è fondamentale effettuare  sempre e in maniera regolare le visite e i controlli programmati .

  • In caso di positività materna al COVID è consigliato il taglio cesareo?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non raccomanda il cesareo per le donne con sospetta infezione da CoV-2 o affette da COVID-19, salvo presenza di specifiche e reali  indicazioni cliniche materne o fetali. Le indicazioni al taglio cesareo rimangono le stesse per le mamme non COVID .

  • E con i papà in sala travaglio cosa cambierà  ? Possono continuare ad assistere al parto ?

E’ ovvio che, se la madre risulta positiva al tampone Covid19, , la presenza in sala parto deve essere assolutamente circoscritta agli operatori sanitari dedicati   e  a nessun altro, se invece la donna risulta negativa all’infezione e priva di sintomi, i papà sono autorizzati , indossando  ogni dispositivo di protezione  previsto  ,ad essere presenti in sala come è sempre stato e possono assistere alla nascita del figlio e  condividere la gioia di questo momento meraviglioso con la propria compagna.

  • In caso di sintomatologia sospetta di interessamento delle vie aeree (o in caso di positività Coronavirus). Si può allattare?

Assolutamente si! L’allattamento al seno è sempre possibile e va sempre sostenuto! La madre dovrà sempre adottare misure di  controllo dell’ infezione accompagnata dai sanitari , nonchè  tutte le precauzioni igieniche come l’uso della mascherina, accurata igiene delle mani e  pulizia delle superfici.

  • Infine, Dott. Anis,quale messaggio vuole trasmettere alle sue pazienti e a tutte le donne che si trovano a vivere la maternità in questo drammatico momento ?

Le donne in attesa possono stare tranquille, assumere certamente  ogni   precauzione  per non esporsi al contagio, ma se anche questo accadesse, continuare a vivere la gravidanza con fiducia e serenità.

 


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20/03/2020 COVID-19news

Ne abbiamo parlato con il  Dottor Giuseppe Mungo,Direttore Sanitario del Poliambulatorio Polimedica  e Medico di Medicina Generale a Trebaseleghe, che ci ha fornito le spiegazioni riguardo i comportamenti da adottare.

L’isolamento domiciliare è una misura di salute pubblica molto importante che viene effettuata per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione del virus Covid-19.

Le persone che quotidianamente si ritrovano ad affrontare questa situazione devono seguire alcune misure di prevenzione nella gestione della loro quotidianità domestica.

 

Come deve essere la propria stanza?

Deve essere appositamente dedicata, con adeguato ricambio d’aria, possibilmente servita da bagno dedicato. Dovrai dormire da solo/a e limitare al massimo i movimenti in altri spazi della casa dove vi siano altre persone. Se disponibile un solo bagno, dopo l’uso pulire con prodotti a base di cloro (candeggina) oppure con alcol 70%.

Quali accortezze igieniche bisogna avere?

Se hai sintomi respiratori devi usare la mascherina chirurgica quando ti sposti dalla tua stanza. Copri naso e bocca usando fazzoletti quando starnutisci o tossisci. Tossisci nel gomito. Usa fazzoletti di carta e gettali in un doppio sacco impermeabile, posto in una pattumiera chiusa che non preveda contatto con le mani per la sua apertura (es. apertura a pedale). Dopo l’uso del fazzoletto lava immediatamente le mani con acqua e sapone per 40 secondi o frizionali con prodotto idro-alcolico.

Come deve essere gestita la casa?

Almeno una volta al giorno, o più, le superfici dei locali utilizzati dal soggetto in isolamento devono essere pulite con prodotti detergenti e successivamente disinfettate con prodotti a base di cloro (candeggina) oppure con alcol 70%. Chi effettua la pulizia deve indossare un camice monouso (o un grembiule dedicato) e guanti monouso; se vengono usati guanti domestici in gomma spessa riutilizzabili, questi devono essere disinfettati dopo l’uso (lavaggio con acqua e detergente seguito con disinfezione di tutte le parti, con prodotti a base di cloro  oppure con alcol . Per la rimozione della biancheria si deve indossare la mascherina chirurgica e i guanti. La biancheria deve essere collocata in un sacco separato e gestita separatamente da quella del resto della famiglia e può essere lavata in lavatrice a 60° per almeno trenta minuti o a tempi più brevi per temperature superiori usando comune detersivo. I rifiuti prodotti dal soggetto in isolamento o dall’assistenza a lui/lei prestata devono essere smaltiti in un doppio sacchetto di plastica che verrà chiuso e disposto in pattumiera chiusa.

Come ci si deve comportare con le altre persone?

In presenza di altre persone, deve essere mantenuta una distanza di almeno un metro e deve essere assolutamente evitato ogni contatto diretto (compresi strette di mano, baci e abbracci), anche se loro stessi sono sottoposti ad isolamento domiciliare. Un’eccezione può essere fatta per una madre che allatta, che indosserà una mascherina chirurgica ed avrà un’igiene accurata delle mani prima di entrare in stretto contatto con il bambino. Non condividere asciugamani, salviette o lenzuola, piatti, bicchieri, posate, etc). Gli oggetti da cucina andranno lavati con attenzione con normale sapone.

Cosa devono fare le persone che assistono?

Devono evitare il contatto diretto ed indossare mascherina chirurgica, che non deve essere toccata durante l’utilizzo e cambiata se umida o danneggiata. Le mascherine non possono essere riutilizzate ma debbono essere eliminate in un doppio sacco impermeabile posto in pattumiera chiusa con apertura a pedale. Se l’assistenza prevede contatto con secrezioni respiratorie, feci o urine è necessario l’utilizzo dei guanti monouso che devono essere poi eliminati con cura in un doppio sacco impermeabile in pattumiera chiusa con apertura a pedale, seguito dal lavaggio delle mani.

Si può uscire di casa?

Vi è il divieto di spostamenti o viaggio e l’obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.

Quando si può ricevere visite?

Se sei asintomatico, potrai ricevere visite solo dopo i 14 giorni di isolamento. Se invece hai sintomi devi attendere la guarigione clinica, anche se sono passati 14 giorni dal contatto.

Si possono avere contatti con animali domestici?

Sebbene al momento non esistano prove che dimostrino che animali come cani o gatti possano essere una fonte di infezione per l’uomo, a scopo puramente precauzionale, si suggerisce alle persone contagiate da SARS-CoV-2 di limitare il contatto con gli animali, analogamente a quanto si fa con le altre persone del nucleo familiare, evitando, ad esempio baci o condivisione del cibo

 AUTOMONITORAGGIO DELLE CONDIZIONI DI SALUTE 

Rileva ed annota quotidianamente la tua temperatura corporea due volte al giorno e al bisogno, annotando anche la sede corporea di rilevazione.

Segnala al tuo MMG/pediatra di libera scelta e all’operatore di sanità pubblica l’insorgenza di nuovi sintomi o di cambiamenti significativi dei sintomi preesistenti. In caso di aggravamento dei sintomi deve indossare la mascherina chirurgica e allontanarti dai conviventi rimanendo nella tua stanza con la porta chiusa, in attesa del trasferimento in ospedale qualora sia necessario.

In caso di insorgenza di difficoltà respiratorie rivolgiti al 112/118, informando, se possibile, il tuo MMG. Il monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute di questi soggetti in isolamento a domicilio è in carico all’operatore di sanità pubblica, in collaborazione con MMG/ pediatra di libera scelta

I servizi di sanità pubblica territorialmente competenti devono comunque garantire un numero di telefono a disposizione del monitoraggio dei soggetti in isolamento domiciliare per ridurre i tempi di risposta e facilitare l’attivazione dei MMG NDR: Concorda con il tuo medico di famiglia la modalità di consulto (WhatsApp, Telefonata, Videochiamata)

Indicazioni tratte dalla “cassetta degli attrezzi” per il Medico di Medicina Generale predisposte da Fimmg per la gestione dell’emergenza da Covid-19.


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L’alimentazione da sempre si sa, è la medicina più antica per curarci, perché è in grado di rafforzare il nostro sistema immunitario prevenendo le infezioni virali e batteriche

Cosa possiamo fare in questo periodo mediante l’alimentazione quotidiana e alcuni accorgimenti a tavola? 

1-Viva la prova del cuoco: Il sistema immunitario non funziona bene quando abbiamo situazioni di malnutrizione, quindi come prima regola impariamo a cucinare e a prepararci quello che consumiamo. Sembra una cosa banale ma così facendo riduciamo il consumo di zuccheri,onnipresenti negli alimenti trasformati industrialmente. Lo zucchero o meglio l’eccesso di zucchero raffinato che introduciamo con il consumo di biscotti, pasta, dolci, merendine, etc.., crea stress ossidativo e infiammatorio all’organismo e che costringe il sistema immunitario ad occuparsene, in questo modo si abbassa la guardia nella difesa immunitaria in altri campi,ad esempio quello virale.

2- Evviva il mare: Consumiamo alimenti ricchi di omega-3,aiutano a ridurre l’infiammazione, il dolore e lo stress. Si quindi al pesce, all’olio d’oliva, alle mandorle, ai semi di lino e alla fantasia.

3- Micronutrienti questi sconosciuti: molti di questi composti sono essenziali al funzionamento di moti enzimi e influenzano direttamente il sistema immunitario come ad esempio: il Potassio, abbonda nella frutta e verdura ad esempio la pera,la banana, datteri,cavolo, porro, mandorle, il Selenio e lo zinco, ottimi antiossidanti si trovano nelle noci, mandorle, semi oleosi, cavolo, spinaci, pesche arance., lo Zolfo, si trova nell’aglio, cipolla, ravanello, dattero, mandorla e il Rame, si trova nelle mandorle, noci, nocciole, rape rosse,cipolla, porri.

4- Abbasso lo stress ossidativo: Consumiamo spremute d’arancio, ma quelle fresche! Sono ricche di vitamina C, importantissima perché ha una potente azione antiossidante, combatte i radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e riduce quindi lo stato infiammatorio durante l’infezione. La vitamina C è direttamente coinvolta nel potenziamento del sistema immunitario e stimola la produzione di anticorpi e citochine, indispensabili nel contrastare i virus.

Insomma, come sempre alimentazione sana e attività fisica fanno bene alla salute e rappresentano un vero elemento di prevenzione anche in questo momento.

 

Per informazioni più dettagliate sul regime alimentare più adatto alle vostre esigenze, consigliamo di prenotare un appuntamento con il nostro nutrizionista.

Per chi si fosse perso gli ultimi consigli del dott. Bertoldo per un’alimentazione più sana e corretta, vi rimandiamo agli articoli:

Sale nell’alimentazione: ridurne la quantità per sentirsi meglio

Alimentazione e fertilità: futuri mamme e papà mangiate bene!

 

 

 




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